URBINO 18 E 19 GIUGNO 2016
E’ circa un anno e mezzo che frequento il gruppo facebook “L’arte dell’intreccio“, mi ero appassionata un paio d’anni prima a questa arte antica e intrigante riuscendo finalmente a farmi insegnare come creare un panaro da un signore gentile del paese in cui abito.
Ma mi ero fermata a quella piccola e grande tradizione locale. Quando Giuseppe Munforte mi ha introdotto a questo gruppo e al salice, materiale principe degli intrecci, che sconoscevo completamente, ho iniziato a divertirmi e ad imparare tante cose diverse non possibili con altri materiali e impossibili senza maestri.
Il gruppo facebook fa capo all’associazione SaliceVivo, è grazie alle persone che ne fanno parte che non mi sono fermata più ad intrecciare (partecipando anche a un corso di zarzo condotto da Nico Solimano a Roma, nel 2015) ed è grazie a loro che ho conosciuto un mondo di persone che amano questo mestiere e vogliono diffonderne l’esperienza, nella condivisione generosa dei saperi, saperi che si stanno perdendo.
Siamo partite dalla Sicilia io e mia figlia per partecipare a questa edizione di Mani che intrecciano, organizzata da SaliceVivo, molto onorata di essere stata invitata, e ospitata per giunta, e contenta di poter conoscere in carne e ossa le persone a cui devo tanto.
Non è facile raggiungere Urbino con i mezzi pubblici, ma ne è valsa la pena: la cornice di questo centro rinascimentale rimasto chiuso nel suo spazio (anche se le sue funzionalità sono stravolte) è incantevole e spiega la nascita proprio qui di questa associazione.
Sono state due magnifiche giornate, passate gomito a gomito con molti degli intrecciatori che conoscevo solo telematicamente, provenienti da molte parti di Italia, ognuno con la propria ricchezza e complessità. Dalla Sicilia, Calabria, Lazio, Marche, Campania, Umbria, Veneto…dalla Catalogna, tante piccole e grandi esposizioni dei propri lavori e dei propri saperi: non solo cestai dei più vari materiali, anche intrecciatrici di carta, impagliatori di sedie, tessitori, ricamatrici di tombolo, hobbisti e non.
Il tempo è passato veloce, nel timore di una pioggia sempre minacciata, conoscendoci, ascoltandoci, pranzando e cenando insieme.
Quando l’atmosfera il primo giorno ha iniziato a riscaldarsi, già Sofia, mia figlia, stava sperimentando il telaio a tavolette, sono iniziati i laboratori spontanei e, disordinatamente, in armonia abbiamo più o meno tutti imparato l’intreccio a nodi del crino marchigiano nelle sue declinazioni diverse, tra cui la spirale, subito appresa anche da Sofia curiosa di tutto.
In mezzo alla piazzetta circondata dal portico riempito di tutti quei manufatti è comparsa una bella damigiana ed ha avuto inizio un bel lavoro a più mani inaugurato dalla base fatta con estrema maestria e precisione da Nico. Uno dopo l’altro ci siamo alternati nell’intreccio di questo mostro di vetro…continuando, almeno io, ad imparare.
La domenica, iniziata all’insegna di una lieve pioggerellina, ci ha poi sorpreso con una bella luce d’estate e tanta nuova energia…e così alla mia richiesta di poter comprendere l’intreccio della paniera celtica ecco che parte un nuovo apprendimento attorno a un tavolo seguita da Enzo, per ore concentrata sulle mani e sulle loro azioni e quei legni a cui possiamo far fare molto molto, prendendo appunti, facendo foto. I curiosi che passano e guardano e poi ritornano e vogliono provare.
E così la piazzetta si riempie di persone sedute a terra a capannelli, diventa teatro di tanti scambi, anche persone di passaggio si fermano a passare qualche tempo ad imparare l’arte antica di fare. Sofia rispiega e trasmette quello che aveva appena imparato ad altri bambini e non solo, e il tempo scivola via.
Siamo tornate a casa contente e soddisfatte. Ho trovato persone amiche generose e disponibili. Una piccola comunità che condivide una passione e che crede di doverla far conoscere e diffondere non per lucro, ma per il bene del mondo che si allontana sempre più dalla materia che lo circonda e che quella materia non sa più manipolarla.
Ho avuto conferma che stare insieme è importante, ci si sente più forti e meno pazzi e si partecipa di un apprendimento continuo, non solo di quello che non si conosce ma anche di quello che già si sa.
Grazie!